lunedì 28 febbraio 2011

le principali avversità del platano


il platano, albero assai diffuso di cui oggi viene quasi esclusivamente coltivata una specie ibrida chiamata Platanus acerifolia o Platanus hybrida, dai caratteri assai variabili, è una pianta che cresce bene in pianura e sui pendii collinari, ma che si adatta egregiamente anche alle difficili condizioni pedoclimatiche che si riscontrano nelle città e lungo le strade.
Proprio per questi motivi è una delle piante più impiegate per l'alberatura dei viali cittadini e per fiancheggiare le strade di campagna, grazie anche alla rapida crescita, alla sua longevità ed alla buona resistenza all'inquinamento provocato dai gas di scarico degli autoveicoli.
La presenza del platano assume notevole importanza paesaggistica anche nei parchi e nei giardini pubblici e privati, dove talvolta esistono esemplari secolari troneggianti per la loro imponenza



Purtroppo la sopravvivenza di questo maestoso albero, che in alcune regioni come il Veneto, la Lombardia e l'Emilia-Romagna caratterizza e marca notevolmente il territorio, essendo presente in milioni di esemplari su gran parte delle strade urbane ed extraurbane, è minacciata da una serie di malattie che tendono ad indebolire le piante fino a determinarne,  nei casi più gravi, la morte. A ciò si aggiunga il fatto che errate tecniche colturali e di progettazione, come potature selvagge e dannose, oppure il manto stradale che arriva fino al tronco impedendo alle radici l'assorbimento dell'acqua, rendono ancora più critica la situazione di questa pianta, contribuendo ad una maggiore suscettibilità all'attacco dei parassiti.
La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che gli interventi antiparassitari su esemplari di grandi dimensioni sono resi pressoché impossibili dai costi esorbitanti e dall'estrema tossicità dei prodotti da impiegare nei confronti delle persone e l'ambiente circostante.


in linea generale è valido il teorema secondo il quale la situazione di stress in cui si trovano le piante che vegetano nell'ambiente urbano ha come conseguenza una maggiore suscettibilità delle piante stesse alle avversità parassitarie e crittogamiche.
 Un mezzo per limitare gli attacchi parassitari sarebbe perciò quello di cercare di migliorare le condizioni generali di vita e di salute delle piante, intervenendo sia sulla manutenzione dei vecchi impianti sia sulla progettazione dei nuovi, basata su finalmente criteri più scientificamente mirati alla qualità di vita delle essenze poste a dimora.
L'individuazione delle specie più idonee all'ambiente pedoclimatico in cui si sta operando, la previsione di spazi più adeguati allo sviluppo, che consentano anche un sufficiente approvvigionamento idrico, la limitazione del costipamento del terreno e delle potature, l'attenzione ad evitare danni meccanici sono tutti accorgimenti che possono contribuire a rendere più forti le piante e di conseguenza limitare gli attacchi parassitari.

Come per tutte le altre specie vegetali, possiamo suddividere le avversità che colpiscono il platano in due macro-categorie, chiamate genericamente 'malattie crittogamiche' e 'malattie parassitarie'.

Le malattie crittogamiche sono quelle provocate da agenti patogeni vegetali primitivi come funghi e batteri (crittogame), mentre le malattie parassitarie sono causate dall'infestazione massiva sulla pianta di insetti (nei loro diversi stadi di sviluppo) o altri animali come i nematodi o gli acari.

Tra le principali malattie crittogamiche del platano abbiamo:

cancro colorato - Ceratocystis fimbriata f. sp. platani
oidio o mal bianco - Microsphaera platani
antracnosi - Gnomonia platani

Tra le principali avversità parassitarie abbiamo:

tingide americana - Corythucha ciliata, rincote di origine americana
ifantria americana - Hyphantria cunea, lepidottero defogliatore
bombice dispariLymantria dispar, lepidottero defogliatore
litocollete del platano- Phyllonorycter platani, lepidottero minatore
rodilegno - Cossus cossus e Zeuzera pyrina, lepidotteri xilofagi

martedì 25 gennaio 2011

l'importanza di conoscere il proprio giardino

Se desideriamo cambiare l'aspetto del nostro giardino, è assai importante cercare di resistere alla tentazione di seguire nuovi schemi ed introdurre piante diverse senza prima aver valutato con attenzione quale sia il reale potenziale dello spazio che si ha a disposizione.
Nell'eventualità di aver preso possesso di un giardino già esistente, è opportuno avere la pazienza di attendere qualche mese, esaminando nel frattempo, anche con l'aiuto di materiale fotografico, quali siano i punti strategici del giardino e le zone da sistemare, cercando anche di valutare e prevedere l'aspetto che queste aree dovranno avere durante il susseguirsi di tutte le quattro stagioni.


La conformazione del giardino cosi come lo troviamo è in prevalenza determinata dalla presenza e dislocaziorie delle piante, principalmente gli alberi e gli arbusti: se si desidera mutarne la disposizione è necessario operare nel periodo del riposo vegetativo, corrispondente al tardo autunno (dopo la caduta delle foglie)-inverno-inizio primavera (prima del risveglio). Se le piante dovessero essere troppo voluminose, è senz'altro consigliabile procedere ad un'intensa potatura, per favorirne un migliore attecchimento. In ogni caso è meglio riflettere attentamente prima di rimuovere esemplari adulti, perchè tale provvedimento risulta essere in gran parte dei casi irreversibile.

Se nel giardino dovessero essere presenti zone panoramiche o di particolare pregio estetico, vale la pena di metterle in particolare evidenza, ad esempio incorniciandole con filari di alberi maestosi o di grandi arbusti, ai piedi dei quali sistemare eventualmente delle panche ed un vialetto centrale. Al contrario, elementi antiestetici quali possono essere garages, casette per gli attrezzi, concimaie, compostiere, possono essere nascosti mediante l'impiego di piante rampicanti o di una densa vegetazione formata da arbusti e cespugli. Se il disturbo estetico dovesse essere esterno al giardino, potrà essere camuffato con l'aiuto di alberi di grandi dimensioni, alte siepi o recinzioni in materiali vari.


Il tipo di terreno (pesante ed argilloso oppure friabile e sabbioso, ad elevata capacità drenante oppure fangoso e soggetto al ristagno idrico, più o meno ricco di sostanza organica, acido o ricco di calcare) non esercita un'influenza diretta sull'aspetto architettonico del giardino, ma condiziona pesantemente la scelta delle piante, orientandola necessariamente su quelle che crescono meglio sul determinato tipo di suolo che si ha a disposizione. Ad esempio le cosiddette 'piante acidofile' (azalee, rododendri, eriche, camelie, ecc.)  richiedono terreni acidi e ben drenati e stentano a vivere su quelli ricchi di calcare. In ogni caso esistono parecchie piante adattabili ai diversi tipi di suolo, che peraltro può e deve essere migliorato attraverso opportuni trattamenti.

Avere ben presente la quantità di luce solare che arriva nelle varie zone del giardino è molto importante, in quanto l'ombra ed il sole si alternano in esse a seconda dell'ora del giorno e della stagione. Per riuscire a dislocare le piante nel modo migliore diventa perciò indispensabile conoscere con esattezza i luoghi che ricevono il sole al mattino o al pomeriggio e quelli che eventualmente non ne ricevono affatto, magari aiutandosi con lo scatto di fotografie effettuato nelle varie ore della giornata. Questo fattore non è da sottovalutare, perchè la penetrazione della luce può essere ostacolata anche da edifici, muri o pendii con fronte a nord: in queste zone la vita di alcuni tipi di piante potrebbe essere assai difficoltosa, sia per la mancanza di luce solare diretta, sia perchè le zone ombrose, in particolare sotto la fronda di grossi alberi o di conifere, tendono generalmente ad essere più aride in quanto l'accesso dell'acqua piovana viene ostacolato dalla vegetazione soprastante.

Altro elemento molto significativo da considerare è l'esposizione del giardino, perchè un giardino esposto a sud o disposto sul fronte meridionale di un pendio gode evidentemente di un clima di gran lunga piu caldo rispetto ad un altro esposto a nord o situato su un terreno pianeggiante. Durante i mesi invernali, un pendio esposto a nord riceve per poco tempo i bassi raggi solari e cio si ripercuote sulla vita delle piante che vi sono coltivate: per prosperare, dovranno essere di specie attentamente selezionate.

Per la corretta scelta delle piante è indispensabile inoltre un'attenta valutazione delle condizioni climatiche della zona in cui il giardino è situato. Temperature minime invernali e massime estive, estensione e durata delle prime ed ultime gelate, quantita e distribuzione temporale delle precipitazioni piovose e nevose sono tutti fattori assai variabili da regione a regione e devono orientarci nella scelta delle piante adatte al clima in cui siamo, per evitare spiacevoli delusioni ed inutili esborsi economici. Anche la ventosità del luogo è un fattore condizionante, in quanto il forte vento è poco amato dalle piante, sia perchè accentua il freddo in inverno sia perchè è portatore di aridità nel periodo più caldo. Inoltre forti raffiche di vento possono causare seri danni come rottura di rami e di branche o addirittura il rovesciamento di intere piante. Nelle zone esposte a forti venti dominanti è quindi opportuno provvedere alla protezione del giardino con muri più o meno alti (considerando sempre l'ombreggiamento che essi possono esercitare sulla vegetazione) oppure con soluzioni meno radicali quali staccionate o graticciati. In alternativa possono essere create siepi di varia altezza o vere e proprie barriere frangivento impiegando piante resistenti o tolleranti a questo elemento della natura.

Alcuni elementi mobili del giardino, come ad esempio i garages, sono permanenti, per cui diventa assai difficoltoso un loro spostamento: in questo caso si può effettuare, come già detto, un'operazione di 'mascheramento' mediante la vegetazione. Al contrario, molte altre strutture più piccole e leggere, come tettoie, voliere, cancellate ed anche i vialetti pavimentati, possono essere riposizionate o addirittura eliminate, per migliorare l'aspetto complessivo e la funzionalità del giardino.

lunedì 24 gennaio 2011

la scelta delle piante nella progettazione di un piccolo giardino

Come visto in un post precedente, un giardino realizzato in un piccolo spazio può essere personalizzato molto marcatamente in base alle esigenze dei proprietari, rispecchiandone i gusti e la personalità, diventando una sorta di estensione dell'appartamento nello spazio esterno.  
Se gusti ed esigenze dei proprietari dovessero cambiare, c'è il vantaggio di poter effettuare le variazioni con molta maggiore facilità rispetto ai giardini di maggiori dimensioni.


La maggiore difficoltà per la scelta delle piante in un piccolo giardino consiste nel giungere dalla lista delle piante che più amiamo e che desidereremmo avere nel nostro spazio verde ad una lista di piante adatte a raggiungere gli scopi prefissati e che in realtà verranno utilizzate.
Infatti, anche se il costo delle piante sarà senz'altro inferiore rispetto alle opere di costruzione, non vi è nessun motivo per sprecare denaro acquistando piante non adatte, comprandole a caso e disponendole come capita.


valutiamo quali sono i criteri principali che debbono influenzare la scelta delle piante in un giardino di piccole dimensioni

  • BUDGET A DISPOSIZIONE: è il primo fattore da valutare per la costruzione di qualsiasi tipo di giardino. Un piccolo giardino costa considerevolmente meno rispetto ad un giardino di maggiori dimensioni, ma costituisce pur sempre una spesa. Oltre a considerare la spesa per le piante bisogna valutare anche se il terreno ha bisogno di essere corretto od ammendato per poter meglio ospitare le piante scelte. Se si considera la spesa troppo alta, si può prendere in considerazione una realizzazione progressiva nel corso di qualche anno: in questo caso è opportuno dare la precedenza a siepi ed alberi di maggiori dimensioni, che costituiscono l'ossatura del giardino che impiegano più tempo a formarsi. Tra queste piante possono successivamente essere inseriti arbusti, piante perenni, bulbose e piante annuali. Piante perenni, annuali e bulbose, col loro costo relativamente basso, possono permettere di riempire facilmente gli spazi esistenti, sperimentando nel frattempo anche la varia adattabilità di ogni pianta alle condizioni ambientali esistenti.
  • PIANTE PRE-ESISTENTI:  ad eccezione degli alberi, è normalmente più semplice rimuovere o spostare  arbusti già presenti nel giardino piuttosto che ridisegnare il giardino intorno ad essi. Alcune piante possono essere salvate ed incorporate nel progetto, oppure regalate ad amici o conoscenti che vogliano piantarle nel loro giardino. In certi casi può essere opportuno conservare per un certo periodo alcune piante per sostituirle più avanti nel tempo, specialmente in caso di realizzazione del giardino nel corso di più stagioni.
  • CONDIZIONI PEDOCLIMATICHE: questo fattore è da valutare molto attentamente in quanto le piante sono elementi viventi, con esigenze vitali a volte molto diverse da specie a specie, che quindi non debbono mai essere trattate alla stregua di un semplice materiale inerte da costruzione. Ogni pianta dovrà, anche per evitare fallimento delle piantagioni ed inutili spese, essere scelta per poter vivere e prosperare nel determinato ambiente in cui si trova il giardino. Le scelte di tipo estetico vengono solo in un secondo momento. Valutiamo quindi con scrupolosità il tipo di terreno, l'esposizione e l'andamento climatico della zona in cui verrà realizzato il giardino
  • ASPETTO ESTETICO: nella scelta di una pianta piuttosto che un'altra in base all'aspetto estetico sono da valutare:
  • tipo di foglia: i vari tipi di foglia differiscono per la forma del lembo, per il tipo di margine, per l'aspetto esteriore, per il colore (che può variare nel corso dell'anno), per la maggiore o minore staticità (ad esempio le foglie dell'agrifoglio sono rigide, mentre quelle delle graminacee ornamentali sono molto flessibili e soggette all'influsso dei venti)
  • aspetto del fogliame: il fogliame di ogni pianta costituisce un elemento tridimensionale, cioè occupa un certo volume nel giardino, ma l'effetto finale è variabile in base a fattori come la densità e la forma delle foglie (texture), la luminosità ed il colore dell'insieme delle foglie e dei rami, la persistenza invernale delle foglie
  • fiori: la fioritura è solitamente l'aspetto più vistoso di ogni pianta, contribuendo a rafforzare la percezione visiva in base a consistenza ed intensità del colore, forma, grandezza, rapporto con la massa del verde
  • frutti: bisogna valutare la loro disposizione sui rami, il colore, la forma, l'epoca in cui sono presenti, la loro destinazione
  • rami, branche e fusti: bisogna considerare il tipo ed il numero dei fusti, le loro dimensioni, il tipo di suddivisione e la forma del tronco, il colore dei giovani rametti e delle gemme, il colore e le caratteristiche della corteccia
  • PROPORZIONI ED ACCOSTAMENTI: nei piccoli spazi è di importanza fondamentale il fatto che vi sia un certo bilanciamento tra le proporzioni delle varie piante. Come regola generale si può affermare che le bordure nei piccoli giardini non dovrebbero essere più larghe della metà dell'altezza: ciò per mantenere un certo equilibrio tra altezza e profondità del giardino stesso. Le piante possono poi essere accostate in base al volume (simile o contrastante), al colore (armonico o contrastante), al tipo ed al colore del fogliame, alla forma ed al colore delle foglie: limitiamoci alla scelta di non più di 2-3 colori e 2-3 tipi di texture, creando elementi dominanti per colore e forma ed armonizzando il tono di base tra le varie piante con specie a tonalità neutra. Il fogliame può essere impiegato per fare da sfondo alle fioriture, che possono armonizzare o contrastare con lo sfondo in base all'effetto richiesto.
  • STILE DEL GIARDINO: lo stile del giardino influenzerà notevolmente la scelta delle piante, in particolare nei giardini 'a tema', che tendono a sviluppare determinati colori (giardino in bianco, prevalenza di colori pastello, prevalenza di colori accesi, ecc.) o tematiche (giardino formale, giardino giapponese, giardino profumato, giardino per le farfalle, ecc.). Data la limitatezza dello spazio ogni pianta assume una grande importanza.
  • DIMENSIONI DEL GIARDINO: ovviamente più piccola sarà l'area a disposizione e minora sarà il numero di piante da mettere a dimora, in particolare se si deciderà di usare una pianta piuttosto grande come punto focale. Se c'è troppa concentrazione e diversità di piante un piccolo giardino risulterà soffocato, dando l'idea di poco spazio disponibile per le altre  attività.
  • LIVELLO PREVISTO DI MANUTENZIONE: anche nei giardini più piccoli la manutenzione può essere assai impegnativa. Durante la fase di progettazione è opportuno domandarsi quale sarà il livello di impegno che potremo offrire per la manutenzione del giardino, per evitare che questo, inizialmente molto bello, degeneri gradualmente nel corso degli anni per carenze nella sua corretta gestione

sabato 22 gennaio 2011

progettiamo un piccolo giardino

La razionale progettazione di un giardino è spesso presentata come una serie di regole e precetti da seguire, generalmente messi a punto per vaste aree: anche se avere un grande giardino è il sogno di quasi tutti gli appassionati, la maggior parte delle persone che vive in città non ha però a disposizione tanto spazio per poter inserire tutti gli elementi architettonici e paesaggistici voluti, oppure il tempo e la capacità di gestire la manutenzione di spazi verdi assai complicati.
Avere a disposizione uno spazio ristretto non significa dover rinunciare ad avere un bel giardino: soltanto si riduce il campo di opzioni tra cui poter scegliere. L'attenzione ai dettagli deve essere massima, così come sia la scelta dei materiali che quella delle piante devono essere molto accurate, in quanto l'effetto di eventuali errori di progettazione fatti in questo momento viene notevolmente ampliato dallo spazio più ridotto.


Molti dei piccoli giardini vengono progettati intorno a zone di relax, che necessariamente occupano una parte preponderante dell'area a disposizione, ma anche con questo limite sono enormi le potenzialità che essi offrono a ciascuno di noi per poter concretizzare i propri desideri e le proprie esigenze, rendendo le idee una realtà da toccare con mano.


Qualunque tipo di spazio si abbia a disposizione, anche quello ritenuto più angusto, mediante un'accurata progettazione può diventare un piccolo giardino di cui poter godere: virtualmente possiamo inserire quasi tutti i tipi di pianta od adottare il nostro stile architettonico preferito, tenendo sempre ben presente le regole di base ed obbligatoriamente adattando tutte le scelte al fatto contingente di dover operare in spazi più ristretti.

ma vediamo in pratica quali sono le regole basilari per una corretta progettazione di un giardino di piccole dimensioni
  • l'intero giardino deve essere considerato come un' insieme unico: molti piccoli spazi possono sembrare adatti ad essere suddivisi in 'stanze' in base all'uso che si intende farne, ma generalmente la soluzione migliore è quella di poter abbracciare in un'unica veduta l'intera area, per poterne meglio ammirare la composizione e dare l'idea di uno spazio più grande
  • avere a disposizione un'area limitata significa dover necessariamente effettuare delle scelte, come ad esempio quella di rinunciare a piante che amiamo ma che sarebbero di dimensioni eccessive, oppure a strutture che per il loro ingombro ridurrebbero ulteriormente lo spazio utilizzabile 
  • il numero dei colori delle fioriture deve essere ridotto, per conferire maggiore coesione a tutto il giardino. I colori freddi (ad esempio bianco, azzurro, grigio) aiutano a dare la percezione di spazi più ampi. Si può compensare alla mancanza di assortimento di colore con una maggiore varietà nella scelta del tipo di fogliame: foglie che contrastano tra loro per forma, colore e dimensione costituiranno un punto di attenzione che aiuterà a dare naturalezza a tutto l'insieme
  • ogni pianta ed ogni struttura inserita devono avere uno scopo ben preciso: lo spazio è talmente poco che sarebbe controproducente sprecarlo per cose inutili o piante che offrono performances inferiori alle aspettative
valutiamo ora quali sono i principali fattori da valutare per la realizzazione di un progetto di un giardino in uno spazio ridotto

  • TEMPO: valutiamo molto bene questa variabile, perchè possono essere necessari diversi anni fino ad ad ottenere il risultato desiderato. La scelta del tipo di sistemazione non potrà prescindere dalla risposta a queste semplici domande:
  • Quale sarà il tempo di permanenza nell'attuale abitazione?
  • Quanto tempo ci diamo oppure abbiamo a disposizione per arrivare a vedere il giardino finito?
  • Quanto tempo possiamo dedicare alla manutenzione del giardino, una volta realizzato? 
  • CARATTERE DEL LUOGO: un giardino ben riuscito ha un forte senso di identità sia con l'interno dell'abitazione sia con lo spazio ad esso circostante. Un esame preliminare dell'architettura della casa e del suo arredamento interno, nonché la visione dei giardini vicini e dell'ambiente naturale sono passi essenziali per poter effettuare le scelte che porteranno ad ottenere un giardino in sintonia sia con la casa sia con l'ambiente attiguo.
  • USO PREVISTO DEL GIARDINO: questo fattore condiziona enormemente il tipo di progettazione, per cui è opportuno stilare preventivamente un elenco in cui sono indicate le esigenze prioritarie. Cosa dovrà essere il giardino? Un'oasi da ammirare dalle finestre del salotto? Una stanza all'aperto in cui rilassarsi? Una prosecuzione del salotto in cui poter mangiare e cucinare nella bella stagione? Un rifugio per farfalle, uccelli ed altri animali selvatici? Un ambiente chiuso in cui i bambini possano giocare in sicurezza? Una fonte di produzione di ortaggi per il freezer? Un rifornimento di fiori recisi per ornare la casa? Quali sono le necessità imposte al giardino dalle esigenze del nostro vivere quotidiano? Garage? Posto macchina? Casetta per gli attrezzi? Filo per stendere il bucato? Cumulo della composta? Barbecue? Giochi per i bambini? Casetta per il cane?  In genere in spazi ristretti si riesce a soddisfare non più di qualcuna di queste necessità, che devono essere perciò progettate e sviluppate nei minimi particolari.
  • ESISTENZA DI UN GIARDINO GIÀ IMPIANTATO: è essenziale valutare attentamente piante e strutture già esistenti, tenendo da conto in particolare le piante più rigogliose e gli alberi già adulti, che se ben posizionati possono fungere da base per una ristrutturazione dell'area verde

Dopo aver attentamente vagliato tutte le variabili sopra descritte, si passa alla vera e propria fase di PROGETTAZIONE. Un consiglio molto utile è quello di fotografare l'area dalla maggior parte di posizioni possibili, anche dalle finestre principali della casa, perchè da esse il giardino sarà ammirato per la maggior parte dell'anno. Sarò anche necessario fare un'accurata pianta del giardino su carta millimetrata, inserendo con precisione tutte le eventuali strutture o piante già esistenti.
Effettuate queste importanti operazioni preliminari, si può già decidere quali siano le cose sgradevoli, interne od esterne al giardino, che devono essere nascoste alla vista e quale sarà la posizione delle eventuali opere di servizio in precedenza elencate.
La vista dalle finestre suggerirà inevitabilmente quali saranno le zone più interessanti del giardino, come saranno disposti vialetti ed aree di sosta, quindi la disposizione delle piante.
L'utilizzo di tecniche di progettazione computerizzata, con rendering in 3D, consente di visualizzare in anticipo quale sarà il risultato finale, permettendo di valutare attentamente ogni minimo particolare e correggere eventuali errori compiuti nella progettazione.



Il giardino dell'esempio riportato qui a fianco è stato progettato dalla ditta IL MELOGRANO www.ilmelograno.emr.it 
Chiunque fosse interessato ad avere un progetto personalizzato, con pianta del giardino, visioni prospettiche tridimensionali, lista delle piante e dei materiali, eventuali impianti di irrigazione ed illuminazione, filmato dimostrativo in 3D può chiedere una progettazione a info@ilmelograno.emr.it


Il passo finale per la realizzazione del giardino è la scelta delle piante, un argomento molto importante che verrà trattato separatamente in un nuovo post.

giovedì 20 gennaio 2011

siepi informali: la scelta delle piante

come visto nei post precedenti, la siepe informale (spesso detta anche siepe mista) è composta da più specie arbustive di diversa natura (alcune possono essere sempreverdi, altre caducifoglie), dimensione, forma e colorazione, accostate in modo tale che l'insieme si presenti come una fascia verde disomogenea, dai margini irregolari, alta e bassa in vari punti, possibilmente con fioriture scalari nel corso della stagione vegetativa, in modo da avere parti interessanti che attirino lo sguardo in ogni momento dell'anno


Vediamo ora quali sono le essenze arboree ed arbustive che si adattano meglio a questo tipo di impiego, con lo scopo non solo di conferire al giardino un aspetto di assoluta naturalezza ma anche di ridurre al minimo gli interventi di potatura.
La scelta delle specie da impiegare andrà fatta in base alla funzione che dovrà svolgere la siepe, allo spazio disponibile, alle condizioni pedoclimatiche ed anche, soddisfatti i primi tre requisiti, ai gusti personali. In ogni caso non è obbligatorio scegliere, in particolare nei giardini cittadini, esclusivamente specie autoctone o 'di campagna', ma si può benissimo introdurre nell'insieme qualche pianta particolarmente bella o pregiata.
Proprio per questo motivo, pur indicando quali sono le specie più idonee ad entrare nella composizione di siepi libere nelle aree di campagna, focalizzeremo la nostra attenzione più approfonditamente su quelle essenze, caduche o sempreverdi, adatte a formare siepi informali di particolare pregio ornamentale nei giardini cittadini. L'idea di fondo rimane però sempre quella di dare la precedenza alle piante autoctone o a quelle già ampiamente acclimatate nel territorio in cui si opera, meno bisognose di cure particolari ed assai più resistenti alle condizioni pedoclimatiche esistenti ed agli attacchi dei parassiti.
La scelta è veramente amplissima poichè tutte le piante da fiore possono teoricamente essere inserite in una siepe mista. Se però vogliamo creare una formazione non completamente sradicata dall'ambiente circostante, concentriamoci su quelle essenze che abbiano anche un valore diverso da quello squisitamente estetico, ma che possano avere uguale valenza ecologica delle specie indigene che vanno a sostituire. Ad esempio i vari ciliegi da fiore, di origine giapponese (Prunus subhirtella, Prunus serrulata, ecc.), possono occupare gli spazi lasciati liberi dai ciliegi selvatici (Prunus avium e Prunus padus), così come i cotogni giapponesi (Chaenomeles japonica e Chaenomeles speciosa) possono degnamente sostituire il cotogno nostrano (Cydonia oblonga). Gli esempi di questo genere potrebbero essere innumerevoli.

l'acero campestre (Acer campestre) è un alberello alto fino a 7-10 metri, di rapida crescita nei primi anni di impianto, che può anche essere allevato come un grosso cespuglio.
È pianta frugale e rustica, che si adatta anche a terreni poveri e sassosi, evitando però quelli acidi e quelli con scarso drenaggio. Le sue fronde offrono riparo a diverse specie di uccelli e di insetti. 

 Nell'ottica di mantenere uguale valenza ecologica può essere sostituito nei giardini più pregiati da altri aceri di dimensioni più contenute (ad es. Acer ginnala, Acer buergerianum, Acer capillipes o Acer monspessulanum) oppure dalle varietà di acero a portamento eretto, colonnare o piramidale, come Acer campestre 'Queen Elizabeth', Acer platanoides 'Schwedleri', Acer platanoides 'Columnare', Acer pseudoplatanus 'Erectus', che offrono il vantaggio di occupare poco spazio e non fare troppa ombra alle piante vicine.
il biancospino (Crataegus monogyna) è un piccolo albero od un grande arbusto spogliante alto fino a 3-4 metri, dal fusto tortuoso ed i rami spinosi, che fiorisce in aprile-maggio con infiorescenze bianche e profumate, alle quali seguono grappoli di bacche rosse.
Cresce rapidamente e colonizza spontaneamente i bordi dei terreni agricoli, i pascoli abbandonati e le zone non coltivate, comportandosi da precursore del bosco.
Riveste grande importanza per il sostentamento della fauna selvatica, perchè i frutti sono molto appetiti da diverse specie di uccelli e di mammiferi; inoltre il complicato intreccio dei rami offre rifugio a una gran varietà di piccoli animali. 
Specie simili sono Crataegus oxyacantha e Crataegus azarolus.
Purtroppo la suscettibilità di queste specie alla terribile malattia chiamata 'colpo di fuoco batterico', estremamente dannosa nei frutteti di melo e di pero, ha fatto sì che alcuni regolamenti fitosanitari regionali vietino la messa a dimora, anche nei giardini privati, di tutte le specie appartenenti al gen. Crataegus.
Tra le piante di valenza ecologica simile citiamo altre rosacee come Pyracantha coccinea, Cotoneaster franchetii, Cotoneaster lacteus, Chaenomeles japonica, Chaenomeles speciosa, Stranvaesia davidiana.

 il carpino bianco (Carpinus betulus) è un albero od un grosso cespuglio alto fino a 15-20 metri, con rami ascendenti e tortuosi, di crescita lenta ma costante. Negli esemplari più giovani le foglie permangono attaccate ai rami per tutta la stagione invernale, fino alla comparsa di quelle nuove. Si adatta a tutti i tipi di terreno, pur preferendo quelli profondi e ricchi di humus. Nei boschi spontanei è spesso associato ad altre specie, in particolare farnia e roverella. Specie rustica (fino a -30°C) e adatta ai climi di montagna, può essere sostituito dalla varietà 'Pyramidalis', che ha foglie più scure, che cadono in autunno e portamento colonnare. 
Specie di valenza simile sono Carpinus orientalis (carpinella) ed Ostrya carpinifolia (carpino nero).
Altri specie arboree che possono sostituire il carpino nero sono
Ulmus campestris (olmo campestre), Alnus glutinosa (ontano nero), Morus alba (gelso bianco), Juglans regia (noce) e Fraxinus ornus (orniello).

il ciliegio selvatico (Prunus avium ) è un albero alto fino a 15 metri con tronco dritto e regolare. I fiori, bianchi e riuniti in infiorescenze ad ombrella, compaiono in aprile-maggio contemporaneamente o poco prima della comparsa delle foglie. I frutti sono le ciliegie, drupe globose e rossastre dal sapore dolce od acidulo. Cresce bene sui terreni calcarei, profondi e freschi, sviluppandosi abbastanza rapidamente. I suoi fiori sono molto nettariferi ed attraggono api, farfalle ed altri insetti pronubi, mentre i frutti sono graditi dall'uomo e da svariati uccelli, in particolare gli storni.
Possiamo sostituire il ciliegio selvatico con tutte le specie e varietà dei ciliegi ornamentali  (Prunus subhirtella, Prunus serrulata, Prunus x yedoensis) in particolare quelle a portamento colonnare nei giardini più piccoli (ad es. Prunus serrulata 'Amanogawa'), ma anche con altre specie spontanee di ciliegio come Prunus padus (pado), che preferisce terreni più acidi o Prunus cerasus (amarena).
il corniolo (Cornus mas ) è un arbusto alto fino a 4-6 m, con tronchi contorti, nodosi e rami ascendenti e divaricati. I fiori gialli compaiono in febbraio-marzo prima delle foglie e sono riuniti in ombrelle ascellari sessili.
È specie tipica del sottobosco soleggiato e delle radure, insediandosi anche nelle siepi spontanee.
Viene coltivato anche nei giardini per la precoce fioritura e per le bacche rosse, commestibili e di sapore agrodolce, usate per succhi di frutta e marmellate, delle quali si nutrono anche numerose specie di uccelli e piccoli mammiferi arboricoli. Si sviluppa rapidamente in larghezza mediante l'emissione di polloni radicali. 
Di valenza ecologica equivalente sono Cornus sanguinea (sanguinello), anch'esso spontaneo in Italia, e specie esotiche come Cornus alba o Cornus controversa, che presentano anche tante varietà dai rami brillantemente colorati e dalle foglie variegate, tra le quali molto comune Cornus alba 'Elegantissima'.
il crespino (Berberis vulgaris) è un arbusto alto fino a 3-4 metri, dalla chioma intricata ed irregolare, con rami spinosi e corteccia grigio-giallastra. I fiori sono leggermente profumati e riuniti in numero di 20-25 in grappoli ascellari penduli, cui seguono i frutti, bacche commestibili ed oblunghe di colore rosso vivo, dal sapore acidulo, con le quali si possono preparare sciroppi e marmellate.
Si tratta di una specie pioniera, di rapida crescita in terreni calcarei e soleggiati, dove entra anche a far parte di siepi miste e sottobosco in posizioni aperte. I fiori sono visitati da svariati insetti pronubi, mentre i frutti danno nutrimento ad uccelli e piccoli mammiferi.
Specie equivalenti sono Berberis thunbergii, presente anche con varietà a fogliame rosso ('Atropurpurea') assieme a Berberis darwinii e Berberis x stenophylla, due specie sempreverdi originarie dell'Asia da lasciar crescere indisturbate.
la fusaggine (Euonymus europaeus ), chiamata anche berretta da prete, è un arbusto alto fino a 4 metri, con chioma folta ed eretta e rami rossastri solcati da venature verdi. I fiori sono insignificanti e compaiono maggio: ad essi seguono capsule rosse quadrilobate molto decorative, che aprendosi mostrano i semi color rosso-arancio e giungono a maturazione in ottobre-novembre.
È un arbusto a rapida crescita negli stadi giovanili, le cui fronde mostrano proprietà insettifughe.
Come tutti gli evonimi è facilmente attaccato dalla cocciniglia. I frutti, velenosi per l'uomo, vengono apprezzati da alcuni uccelli (merlo, pettirosso, cincia) che espellendo i semi coi loro escrementi tendono a diffondere la specie.
La specie tipica può essere sostituita da alcune varietà come 'Fructu Albo' (capsule di colore bianco), 'Atropurpurea' (foglie rosse) e 'Red Cascade' (grandi capsule rossastre prodotte in abbondanza) oppure da altre specie simili come Euonymus alatus, dalla corteccia molto decorativa e fornita di alette suberose. Gli evonimi di origine giapponese, pur essendo molto belli e decorativi, sono sconsigliati perchè fortemente suscettibili sia all'oidio che alla cocciniglia.
la lantana (Viburnum lantana) è un arbusto alto fino a 3 metri, molto ramificato ed assai pollonifero, con giovani rami pubescenti. Le foglie hanno la lamina spessa e rugosa, con la pagina inferiore tomentosa. I fiori sono riuniti in corimbi apicali di colore bianco dall'odore intenso e dolciastro: ad essi seguono delle drupe ovali e lucide, di colore nero quando sono mature. Pianta molto frugale, si adatta molto bene a diversi suoli, anche a quelli sassosi e siccitosi, prestandosi perciò a colonizzare aree molto degradate come pendii franosi o cave dismesse: tuttavia è molto decorativa anche nei giardini cittadini e merita un più ampio utilizzo, in particolare negli interventi di riqualificazione ambientale.
Le infiorescenze vengono visitate da numerosi insetti pronubi, mentre i frutti sono molto ricercati da uccelli e dai piccoli mammiferi.
Specie di analoga valenza ecologica sono tutti gli altri tipi di viburno, in particolare specie autoctone come Viburnum opulus (palla di neve), pianta spogliante dalle vistose infiorescenze a palla e Viburnum tinus  (lentaggine), sempreverde dalla fioritura precoce e prolungata, oppure specie esotiche sempreverdi come Viburnum rhytidophyllum, Viburnum pragense e Viburnum lucidum.
il ligustro (Ligustrum vulgare) è un arbusto alto fino a 3 metri, molto ramificato fin dalla base, coi rami che tendono ad aprirsi ed a reclinarsi verso l'esterno. I fiori, bianchi e molto profumati, compaiono in pannocchie terminali in aprile-maggio. I frutti sono bacche sferiche e lucide, nere a maturità. Cresce molto rapidamente nei primi anni di sviluppo e predilige terreni calcarei e ben drenati, pur avendo grande adattabilità a tutti i tipi di suolo. Vive bene in dense piantagioni in quanto sopporta egregiamente l'ombra. I fiori, molto nettariferi, attraggono api ed altri insetti pronubi, mentre i frutti offrono nutrimento a molte specie di uccelli.
Questa specie può essere sostituita da altre specie di ligustro generalmente impiegate per la formazione di siepi formali ma che possono essere lasciate crescere indisturbate, come Ligustrum sinense, Ligustrum ovalifolium, Ligustrum lucidum e Ligustrum japonicum. Di queste specie esistono anche varietà a fogliame variegato come L. ovalifolium 'Aureomarginatum', a portamento più compatto rispetto alla specie tipica e L. ovalifolium 'Variegatum', con fogliame screziato di giallo chiaro e bianco-crema
il melo selvatico (Malus sylvestris ) è un piccolo albero od un grande arbusto alto fino a 5-6 metri con corteccia grigiastra e chioma globosa. I fiori hanno 5 petali bianco rosei e sono portati in numero di 3-7 in infiorescenze rade alla sommità di brevi rametti. Il frutto è un pomo simile a quello del melo domestico, ma più piccolo, duro ed aspro, che matura tra agosto ed ottobre. È pianta longeva e di crescita lenta, che ama i suoli calcarei ben drenati, pur adattandosi a tutti i tipi di suolo. I fiori, ricchi di nettare e di polline, sono visitati da parecchi insetti pronubi. I frutti sono appetiti da uccelli e piccoli mammiferi.
Analoga valenza ecologica ce l'hanno il melo domestico (Malus communis), tutti i cosiddetti 'meli da fiore' (Malus floribunda, Malus x hillieri, Malus sargentii) con le varietà e gli ibridi da loro derivati, il pero comune (Pyrus communis), il pero selvatico (Pyrus pyraster) il pero da fiore (Pyrus calleryana e le sue varietà), il cotogno (Cydonia oblonga).
il nocciolo (Corylus avellana) è un grande arbusto od un piccolo albero alto fino a 5-7 metri, caratterizzato da numerosi fusti partenti dalla base ed un chioma densa e folta. I fiori sono amenti penduli che compaiono già in inverno ed in primavera sono di colore giallo, mentre il frutto è la ben conosciuta nocciola, un achenio globoso avvolto da brattee tomentose e sfrangiate, a volte riunito in gruppi di 3-5 elementi, che giunge a maturazione in agosto-settembre.
Ha un rapido accrescimento negli stadi giovanili, per cui è specie impiegata nel consolidare terreni mobili e franosi: si adatta a qualsiasi tipo di terreno ed è una rapida colonizzatrice delle aree degradate, pur essendo tipica del sottobosco di latifoglie. La sua presenza consente la sopravvivenza di numerose specie di uccelli e piccoli roditori, che si nutrono dei suoi frutti.
Il nocciolo comune può essere sostituito a scopi ornamentali da alcune sue varietà come 'Aurea' dal fogliame color giallo chiaro, 'Contorta' dalla lenta crescita e dal portamento più ridotto, con rami contorti e spiralati, 'Heterophylla' con foglie più piccole e profondamente lobate, 'Pendula' dai rami arcuati e pendenti.
Specie simili sono Corylus colurna (nocciolo di Costantinopoli), pianta  a portamento arboreo e corteccia fortemente corrugata e Corylus maxima, più robusta e dalle foglie più grandi, di cui sono coltivate in particolare le varietà C. m. 'Purpurea', a foglie grandi di color rosso-porpora e C. m. 'Kentish Cob', a nocciole grandi, lucide, di buona commestibilità.

il prugnolo (Prunus spinosa) è un arbusto alto fino a 2-3 metri estremamente spinoso, ramoso ed intricato fin dalla base, pollonifero. I fiori bianchi compaiono in primavera prima delle foglie, i frutti sono piccole drupe sferiche di colore nerastro, pruinose, con polpa aspra di color verde giallastro, che persistono a lungo sulla pianta, anche fino all'inverno successivo. ha crescita lenta ed è molto longevo.
È pianta pioniera, che colonizza in breve tempo aree libere di terreno grazie alla sua spiccata capacità pollonifera, rendendosi quindi utile al consolidamento di aree franose e terreni mobili. Si adatta facilmente a tutti i tipi di suolo purchè privi di ristagno idrico. I suoi fiori richiamano una gran quantità di insetti pronubi, mentre i frutti offrono nutrimento ad uccelli e piccoli mammiferi. le dense fronde offrono riparo per la nidificazione a piccoli uccelli.
Specie di valenza ecologica simile sono le già citate Pyracantha coccinea e Chaenomeles speciosa.
la rosa selvatica (Rosa canina ) è un grosso arbusto alto fino a 2,5 metri, con fusti spinosi, arcuati e ricadenti. I fiori sono molto appariscenti, di colore bianco rosato, solitari o riuniti in gruppi di 3 in corimbi apicali, profumati e compaiono da maggio a luglio. Ad essi seguono dei falsi frutti (chiamati cinorrodi) di colore rosso vivo, ellittici od ovati, che contengono numerosi acheni pelosi. Presente in tutta Italia è specie indifferente al tipo si substrato, che gradisce posizioni luminose, per cui tende ad insediarsi in aree libere od al limitare delle zone boschive. I fiori sono visitati da numerosi insetti pronubi (api, bombi, farfalle) mentre i frutti sono mangiati da uccelli e piccoli mammiferi.
La rosa canina può essere sostituita con altre specie di rose botaniche e loro varietà, come ad esempio Rosa centifolia, dai fiori rosa, doppi e molto profumati, Rosa damascena, anch'essa dai fiori doppi e molto profumati, Rosa gallica, arbusto pollonifero e dai fiori solitari, Rosa moschata, a portamento piangente e fiori bianchi profumati di musco, Rosa rugosa, molto vigorosa e spinosa, con fiori semplici, profumatissimi, di colore rosa carico.
il rovo comune (Rubus ulmifolius ) è un arbusto alto fino a 2 metri, a portamento sarmentoso, intricato ed irregolare, con fusti arcuati e ricadenti, spinosi, che radicano sulla punta non appena questa tocca terra. I fiori bianco rosei sono portati in pannocchie apicali ed i falsi frutti, chiamati comunemente 'more di rovo', sono composti da numerose piccole drupe di color nero lucido.
È specie assai infestante ed invadente nei giardini, ma di grande interesse ecologico come specie pioniera, in grado di colonizzare terreni spogli o fortemente degradati, ostili alle altre piante, stabilizzando il terreno e proteggendolo dal dilavamento.
Si adatta a qualunque terreno, anche se povero d'acqua e predilige posizioni fortemente luminose.
La si ritrova allo stato spontaneo lungo le strade, nei ruderi di case abbandonate, nelle ferrovie, nei terreni incolti, lungo le strade di campagna. I fiori attraggono numerosi insetti mentre i frutti sono appetiti, oltre che dall'uomo, da uccelli e piccoli mammiferi. Nell'intrico delle sue fronde trovano rifugio numerosi animali.
Nei giardini il rovo comune può essere sostituito specie simili come Rubus fruticosus, meno invadente ma molto generoso, con numerose varietà selezionate per produzione di frutti, Rubus idaeus (lampone), dai frutti molto ricercati, anch'esso presente con numerose varietà, Rubus phoenicolasius, poco conosciuto ma con frutti scarlatti molto buoni.
Valenza ecologica simile possono avere anche altri piccoli frutti di bosco come Ribes rubrum (ribes rosso) e Ribes nigrum (ribes nero), coltivati per la produzione di frutti, Ribes sanguineum, con bacche globose di colore nero-bluastro e Ribes uva-crispa (uva spina), che produce ottimi frutti.

il sambuco nero (Sambucus nigra) è un piccolo albero, ma più spesso un grande arbusto alto fino a 7 metri, con tronchi che si dipartono dalla base a formare una chioma globosa e densa. I fiori, bianchi e profumati, sono riuniti in grandi corimbi a forma di ombrello che compaiono ad aprile-maggio. I frutti sono bacche rotondeggianti e lucide, di colore nero-violaceo a maturità, succosi e di sapore aspro.
È una specie di rapida crescita, rustica, che tende a colonizzare i terreni spogli e degradati. Si adatta a tutti i tipi di terreno e gradisce posizioni soleggiate. La fioritura ricca di polline attrae numerosi insetti, mentre i frutti sono mangiati da uccelli e piccoli mammiferi.
La specie tipo può essere sostituita da alcune sue varietà ornamentali, come 'Albovariegata', dalle foglie irregolarmente marginate di color crema, 'Aurea', con foglie color giallo oro, 'Fructu Luteo' con frutti di un insolito colore giallo, 'Heterophylla', dalle foglie irregolarmente laciniate, 'Purpurea', con le giovani foglie soffuse di rosso-porpora, 'Pyramidalis', a portamento assurgente.
Specie simile è Sambucus racemosa, di cui è molto decorativa la varietà 'Plumosa Aurea', di lenta crescita e foglie dorate irregolarmente laciniate.

lo spino cervino (Rhamnus catharticus ) è un arbusto o un alberello alto fino a 4-5 metri, con fusti molto ramificati e chioma disordinata. I rami sono spinescenti alla sommità. I fiori giallognoli sono riuniti in infiorescenze ombrelliformi, cui seguono drupe globose, tossiche per l'uomo, lucide e di colore blu-nerastro. Questa specie ha crescita è molto lenta e vegeta meglio in posizioni soleggiate e su suoli sciolti, calcarei e ricchi di scheletro. I fiori sono ricchi di nettare e vengono visitati da numerose specie di insetti pronubi. Sulle sue foglie trova nutrimento il bruco della cedronellla (Gonopterix rhamni), una bella farfalla di colore giallo vivo.
Specie simili sono Rhamnus frangula (frangola) e Rhamnus alaternus (alaterno).

siepi informali: a cosa servono?

nell'ottica della produttività a tutti i costi frequentemente perseguita nel mondo agricolo, è stato troppo spesso trascurato il ruolo ecologico delle siepi miste, che rimane sempre fondamentale per l'equilibrio ambientale delle zone di campagna


Ma quali sono le interazioni tra una siepe informale e l'ambiente circostante?

Innanzitutto le siepi informali esercitano un'azione frangivento, limitando l'azione dei venti dominanti, specialmente nelle zone litoranee ma anche in quelle più interne, per un'area a loro vicina lunga fino a 15 volte la loro altezza. Tale azione riduce i danni meccanici alle colture adiacenti, oltre a limitare le perdite d'acqua per traspirazione da partedelle piante contribuendo, in definitiva, ad una riduzione dei fabbisogni idrici.
Molto importante è la loro azione di protezione del suolo, limitando l'asportazione di particelle di terreno a causa dell'azione del vento e dell'acqua, fenomeno molto più accentuato nei terreni spogli ed esposti a coltivazioni molto estensive. Nelle rive dei fossi e dei canali le radici delle piante consolidano il terreno, evitando smottamenti e trattenendo parte della frazione terrosa dilavata dai campi. Inoltre viene limitato il ruscellamento superficiale e favorito l'assorbimento dell'acqua da parte del terreno.
Non trascurabile dal punto di vista ambientale è la funzione di habitat naturale per tantissime specie animali e vegetali, a volte anche utili per la produzione agraria, come gli insetti pronubi (che favoriscono l'impollinazione) oppure gli insetti come le coccinelle, predatori che controllano in modo naturale le popolazioni degli insetti nocivi alle colture. Selvaggina ed uccelli si rifugiano nelle siepi miste, trovando un ambiente idoneo alla loro vita in quanto simile a quello del limitare boschivo (ormai quasi assente). Anche la flora spontanea, oggi pressochè estromessa dalle coltivazioni intensive, può svilupparsi all'interno delle siepi miste. Fiori spontanei come margheritine, viole e primule, rose selvatiche, bulbose spontanee ed altre specie hanno la possibilità di crescere al piede delle piante più grandi, rendendo l'ambiente più vario e complesso. Anche specie erbacee coltivate nei giardini (ad. es. le Campanule) possono inselvatichirsi all'interno delle siepi miste. Tutto l'insieme, molto naturale, richiama alla mente l'aspetto ancestrale della campagna.
Una siepe mista ha anche un valore alimentare, perchè in essa possono poi essere inseriti frutti selvatici e desueti, oppure piante ricercate per il loro uso culinario (es. erbe aromatiche, nocciole ed altra frutta secca), che crescendo spontaneamente avranno sapori certamente diversi dalle quelli delle piante coltivate. In essa possono anche crescere funghi e trovare rifugio le api, che pascoleranno liberamente durante tutta la stagione vegetativa e potranno eventualmente essere allevate per la produzione di miele.
Con le loro frasche le siepi miste svolgono egregiamente anche la funzione di isolamento sonoro, attenuando i fastidiosi rumori causati dalle attività umane, in particolare in prossimità di arterie di grande comunicazione come autostrade e ferrovie. Le fronde assorbono anche i gas di scarico dei veicoli, contribuendo ad un miglioraramento della qualità dell'aria, anche mediante la produzione di ossigeno e la captazione sulla superficie fogliare delle famigerate particelle solide, tanto dannose alla salute.
In alcuni casi può essere importante la produzione a medio periodo di ramaglie per riscaldamento ecologico, per cippato da pacciamatura, ed a lungo periodo di legname da opera.
Ultima, ma non per questo meno importante ed utile, è la funzione paesaggistica, con il miglioramento estetico del paesaggio agrario e suburbano.




gli enormi effetti positivi che le siepi informali esercitano sull'ambiente circostante e sul paesaggio, sopra accennati, rendono del tutto secondari quelli ritenuti negativi, causati da ragioni puramente economiche, come l'ombreggiamento delle colture, la competizione radicale con le specie produttive, l'ostacolo al movimento dei macchinari. Inoltre bisogna sempre tener presente che tali effetti negativi possono essere notevolmente attenuati mediante un'attenta ed occulata progettazione, assieme ad una precisa razionalizzazione degli spazi esistenti.

Va da se che le siepi rustiche e miste di tipo informale possono essere realizzate anche nei giardini di città, particolarmente in quelli delle zone periferiche e suburbane, dove esse possono fungere da ideale raccordo tra l'ambiente cittadino e l'ambiente agreste.
Anche nei giardini cittadini questo tipo di siepe tende a rendere l'ambiente più vario, in contrapposizione alla banalità che si riscontra in certi giardini, in particolar modo quelli condominiali, che troppo spesso sono costituiti da un prato semplicemente circondato da una siepe monospecifica.
Se in campagna le siepi sono costituite da un intreccio di essenze arboree ed arbustive, nei giardini cittadini, visto lo spazio più limitato, esse dovranno necessariamente essere formate da arbusti di dimensioni più ridotte, più idonei ad ambienti meno estesi.
Nelle zone di campagna, anche nelle nuove costruzioni, tali siepi dovrebbero essere composte prevalentemente da essenze autoctone, cioè tipiche della flora spontanea dell'ambiente naturale circostante, mentre nei giardini cittadini potranno essere introdotti in misura maggiore anche arbusti da fiore e da frutto particolarmente apprezzati per la loro bellezza. In particolare è opportuno scegliere piante a fioritura scalare e con fiori di colore diverso, in modo da poter godere di piante fiorite e di colore in qualunque periodo dell'anno. Molto adatti sono anche tutti gli arbusti che producono bacche, specialmente quelli che le conservano nel periodo invernale, che daranno vivacità in un periodo povero di fioriture. In ogni caso la precedenza è sempre da accordare a piante di facile coltivazione, rustiche ed esenti da malattie. Il criterio principale da seguire rimane quello di 'piantare la pianta giusta al posto giusto', valutando bene le condizioni ambientali e pedologiche, oltre alle funzioni che vogliamo che siano svolte dalla siepe nel suo insieme (ad es. funzione frangivento, schermo visivo, antirumore, antinquinamento, ecc.).

Una siepe informale offre inoltre, rispetto alle tipiche siepi squadrate e formali (purtroppo al giorno d'oggi ancora troppo frequente, anche nelle nuove costruzioni di campagna), che hann bisogno di diversi interventi di potatura durante la stagione vegetativa, una notevole riduzione degli interventi di manutenzione (e conseguente risparmio dei tempi e dei costi), in quanto basta eliminare ogni tanto i rami cresciuti disordinatamente o che intralciano i passaggi o le lavorazioni, senza altre potature. Una potatura ogni qualche anno, a seconda delle esigenze, può rendersi necessaria al fine di ringiovanire e mantenere fioriferi alcuni arbusti. 
Gli interventi di difesa fitosanitaria sono pressochè inesistenti: infatti mentre le siepi costituite da una sola essenza sono molto vulnerabili in caso di attacchi parassitari, talvolta assai dannosi per una sola specie, le siepi miste sopravvivono resistendo a tutte le avversità naturali, tra l'altro con la rinnovazione naturale che avviene quasi sempre in modo autonomo, per seme, in quanto non appena muore una pianta abbastanza grande subito una nuova, non più dominata, la sostituisce.


nel prossimo post valuteremo quali siano le specie più idonee ad entrare in questo genere di siepe, sia negli ambienti cittadini sia in quelli di campagna.


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