giovedì 20 gennaio 2011

siepi di campagna: meglio se informali

Nei tempi più remoti le zone di pianura e di collina, ora assoggettate alle coltivazioni intensive, erano coperte per l'intera superficie da un manto forestale spontaneo, il cui aspetto selvaggio ha subito nel tempo una graduale ma radicale trasformazione ad opera dell'uomo, fino a scomparire quasi del tutto.

Infatti, fin dalla preistoria, gli esseri umani hanno esercitato sui territori da loro occupati un'azione di disboscamento, al fine di assicurarsi aree da coltivare per il proprio sostentamento ed ottenere anche legname per costruire e per riscaldarsi


Nel corso dei millenni successivi si è arrivati ad uno sfruttamento sempre più intensivo del territorio a scopo agricolo, allo scopo di ottenere il massimo rendiconto economico, con una graduale ma inesorabile trasformazione del paesaggio.
Già gli antichi romani programmarono in Italia, ed in particolare nelle zone più fertili come la pianura Padana, una razionalizzazione della sistemazione agraria dei terreni, sia per la produzione di derrate alimentari al fine di sfamare l'immenso esercito e l'enorme quantità di abitanti della città di Roma, sia per promuovere un reale sviluppo economico nelle zone più decentrate del loro dominio. Tale ristrutturazione prese il nome di 'centuriazione'.
Gli effetti della 'centuriazione' romana, che suddivise i terreni tra i coloni in maniera molto geometrica, influenzando anche l'andamento delle strade, è tuttora molto visibile in alcune aree della pianura Padana, in particolare nella  zona compresa tra le città di Bologna e di Ravenna.
Fin da allora gli agricoltori usavano delimitare il territorio a loro affidato mediante lo scavo di fossi e l'impianto di siepi per consolidarne le rive. Le piante utilizzate servivano anche a produrre alimenti sia per l'uomo che per gli animali o a fornire materie prime per la conduzione dell'azienda agraria.
Nel Medioevo, quando si verificò un abbandono dei terreni coltivati in seguito ad un calo demografico e all'eccessivo carico delle tasse che gravavano su di essi, si accentuò l'importanza di filari alberati, rive alberate, siepi si campagna e strutture simili, che si moltiplicarono al punto da essere addirittura segnate nei catasti dell'epoca.
Quando poi, per esigenze produttive, si estese l'allevamento di bachi da seta, si affermò di conseguenza la coltivazione del gelso, che occupò tutti gli spazi disponibili e venne anche coltivato in maniera intensiva nei campi.
Oggigiorno al gelso si sono sostituite altre colture arboree intensive monospecifiche (soprattutto il pioppo, ma anche il noce ed altre piante) destinate alla produzione di legname da opera o combustibile. Tali coltivazioni arboree vengono alternate nei terreni coltivati alle comuni colture agrarie di tipo erbaceo: tutto ciò ha contribuito ad una progressiva perdita di naturalezza del paesaggio agrario, in particolare negli ultimi decenni, nei quali si è instaurata una organizzazione della produzione agricola rispondente quasi esclusivamente ad una logica di mercato e ad una esasperata ricerca di profitto.
La mancanza di naturalità dell'ambiente agrario, a causa della suddivisione dei terreni in colture monospecifiche, si è poi associata ad un eccessivo impiego di sostanze chimiche come diserbanti, anticrittogamici ed antiparassitari, con la conseguenza di una enorme riduzione del tasso di biodiversità dell'ambiente in cui oggi viviamo. Molto rara è infatti nelle campagne la presenza di animali selvatici, insetti, uccelli, fiori appartenenti alle specie non strettamente coltivate.


Proprio per questi motivi il mantenimento o la nuova realizzazione di nuove siepi miste di tipo informale acquista un notevole valore simbolico, perchè accresce la consapevolezza nelle persone della necessità di un ambiente più differenziato, nel quale sia maggiore la biodiversità: quindi non solo un luogo esclusivamente dedicato alla produzione e perciò ostile agli altri tipi di vita, ma anche uno spazio vissuto più godibile e gradevole, che si presti ad una funzione culturale (recupero del senso del passato), ricreativa (godibilità delle diverse specie impiegate) ed educativa (che permetta cioè alle nuove generazioni di vedere e quindi conoscere specie animali e vegetali altrimenti poco accessibili).

nel post successivo saranno analizzate le principali prerogative di una siepe informale e le funzioni che essa può esercitare nel paesaggio agrario

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