giovedì 20 gennaio 2011

siepi informali: la scelta delle piante

come visto nei post precedenti, la siepe informale (spesso detta anche siepe mista) è composta da più specie arbustive di diversa natura (alcune possono essere sempreverdi, altre caducifoglie), dimensione, forma e colorazione, accostate in modo tale che l'insieme si presenti come una fascia verde disomogenea, dai margini irregolari, alta e bassa in vari punti, possibilmente con fioriture scalari nel corso della stagione vegetativa, in modo da avere parti interessanti che attirino lo sguardo in ogni momento dell'anno


Vediamo ora quali sono le essenze arboree ed arbustive che si adattano meglio a questo tipo di impiego, con lo scopo non solo di conferire al giardino un aspetto di assoluta naturalezza ma anche di ridurre al minimo gli interventi di potatura.
La scelta delle specie da impiegare andrà fatta in base alla funzione che dovrà svolgere la siepe, allo spazio disponibile, alle condizioni pedoclimatiche ed anche, soddisfatti i primi tre requisiti, ai gusti personali. In ogni caso non è obbligatorio scegliere, in particolare nei giardini cittadini, esclusivamente specie autoctone o 'di campagna', ma si può benissimo introdurre nell'insieme qualche pianta particolarmente bella o pregiata.
Proprio per questo motivo, pur indicando quali sono le specie più idonee ad entrare nella composizione di siepi libere nelle aree di campagna, focalizzeremo la nostra attenzione più approfonditamente su quelle essenze, caduche o sempreverdi, adatte a formare siepi informali di particolare pregio ornamentale nei giardini cittadini. L'idea di fondo rimane però sempre quella di dare la precedenza alle piante autoctone o a quelle già ampiamente acclimatate nel territorio in cui si opera, meno bisognose di cure particolari ed assai più resistenti alle condizioni pedoclimatiche esistenti ed agli attacchi dei parassiti.
La scelta è veramente amplissima poichè tutte le piante da fiore possono teoricamente essere inserite in una siepe mista. Se però vogliamo creare una formazione non completamente sradicata dall'ambiente circostante, concentriamoci su quelle essenze che abbiano anche un valore diverso da quello squisitamente estetico, ma che possano avere uguale valenza ecologica delle specie indigene che vanno a sostituire. Ad esempio i vari ciliegi da fiore, di origine giapponese (Prunus subhirtella, Prunus serrulata, ecc.), possono occupare gli spazi lasciati liberi dai ciliegi selvatici (Prunus avium e Prunus padus), così come i cotogni giapponesi (Chaenomeles japonica e Chaenomeles speciosa) possono degnamente sostituire il cotogno nostrano (Cydonia oblonga). Gli esempi di questo genere potrebbero essere innumerevoli.

l'acero campestre (Acer campestre) è un alberello alto fino a 7-10 metri, di rapida crescita nei primi anni di impianto, che può anche essere allevato come un grosso cespuglio.
È pianta frugale e rustica, che si adatta anche a terreni poveri e sassosi, evitando però quelli acidi e quelli con scarso drenaggio. Le sue fronde offrono riparo a diverse specie di uccelli e di insetti. 

 Nell'ottica di mantenere uguale valenza ecologica può essere sostituito nei giardini più pregiati da altri aceri di dimensioni più contenute (ad es. Acer ginnala, Acer buergerianum, Acer capillipes o Acer monspessulanum) oppure dalle varietà di acero a portamento eretto, colonnare o piramidale, come Acer campestre 'Queen Elizabeth', Acer platanoides 'Schwedleri', Acer platanoides 'Columnare', Acer pseudoplatanus 'Erectus', che offrono il vantaggio di occupare poco spazio e non fare troppa ombra alle piante vicine.
il biancospino (Crataegus monogyna) è un piccolo albero od un grande arbusto spogliante alto fino a 3-4 metri, dal fusto tortuoso ed i rami spinosi, che fiorisce in aprile-maggio con infiorescenze bianche e profumate, alle quali seguono grappoli di bacche rosse.
Cresce rapidamente e colonizza spontaneamente i bordi dei terreni agricoli, i pascoli abbandonati e le zone non coltivate, comportandosi da precursore del bosco.
Riveste grande importanza per il sostentamento della fauna selvatica, perchè i frutti sono molto appetiti da diverse specie di uccelli e di mammiferi; inoltre il complicato intreccio dei rami offre rifugio a una gran varietà di piccoli animali. 
Specie simili sono Crataegus oxyacantha e Crataegus azarolus.
Purtroppo la suscettibilità di queste specie alla terribile malattia chiamata 'colpo di fuoco batterico', estremamente dannosa nei frutteti di melo e di pero, ha fatto sì che alcuni regolamenti fitosanitari regionali vietino la messa a dimora, anche nei giardini privati, di tutte le specie appartenenti al gen. Crataegus.
Tra le piante di valenza ecologica simile citiamo altre rosacee come Pyracantha coccinea, Cotoneaster franchetii, Cotoneaster lacteus, Chaenomeles japonica, Chaenomeles speciosa, Stranvaesia davidiana.

 il carpino bianco (Carpinus betulus) è un albero od un grosso cespuglio alto fino a 15-20 metri, con rami ascendenti e tortuosi, di crescita lenta ma costante. Negli esemplari più giovani le foglie permangono attaccate ai rami per tutta la stagione invernale, fino alla comparsa di quelle nuove. Si adatta a tutti i tipi di terreno, pur preferendo quelli profondi e ricchi di humus. Nei boschi spontanei è spesso associato ad altre specie, in particolare farnia e roverella. Specie rustica (fino a -30°C) e adatta ai climi di montagna, può essere sostituito dalla varietà 'Pyramidalis', che ha foglie più scure, che cadono in autunno e portamento colonnare. 
Specie di valenza simile sono Carpinus orientalis (carpinella) ed Ostrya carpinifolia (carpino nero).
Altri specie arboree che possono sostituire il carpino nero sono
Ulmus campestris (olmo campestre), Alnus glutinosa (ontano nero), Morus alba (gelso bianco), Juglans regia (noce) e Fraxinus ornus (orniello).

il ciliegio selvatico (Prunus avium ) è un albero alto fino a 15 metri con tronco dritto e regolare. I fiori, bianchi e riuniti in infiorescenze ad ombrella, compaiono in aprile-maggio contemporaneamente o poco prima della comparsa delle foglie. I frutti sono le ciliegie, drupe globose e rossastre dal sapore dolce od acidulo. Cresce bene sui terreni calcarei, profondi e freschi, sviluppandosi abbastanza rapidamente. I suoi fiori sono molto nettariferi ed attraggono api, farfalle ed altri insetti pronubi, mentre i frutti sono graditi dall'uomo e da svariati uccelli, in particolare gli storni.
Possiamo sostituire il ciliegio selvatico con tutte le specie e varietà dei ciliegi ornamentali  (Prunus subhirtella, Prunus serrulata, Prunus x yedoensis) in particolare quelle a portamento colonnare nei giardini più piccoli (ad es. Prunus serrulata 'Amanogawa'), ma anche con altre specie spontanee di ciliegio come Prunus padus (pado), che preferisce terreni più acidi o Prunus cerasus (amarena).
il corniolo (Cornus mas ) è un arbusto alto fino a 4-6 m, con tronchi contorti, nodosi e rami ascendenti e divaricati. I fiori gialli compaiono in febbraio-marzo prima delle foglie e sono riuniti in ombrelle ascellari sessili.
È specie tipica del sottobosco soleggiato e delle radure, insediandosi anche nelle siepi spontanee.
Viene coltivato anche nei giardini per la precoce fioritura e per le bacche rosse, commestibili e di sapore agrodolce, usate per succhi di frutta e marmellate, delle quali si nutrono anche numerose specie di uccelli e piccoli mammiferi arboricoli. Si sviluppa rapidamente in larghezza mediante l'emissione di polloni radicali. 
Di valenza ecologica equivalente sono Cornus sanguinea (sanguinello), anch'esso spontaneo in Italia, e specie esotiche come Cornus alba o Cornus controversa, che presentano anche tante varietà dai rami brillantemente colorati e dalle foglie variegate, tra le quali molto comune Cornus alba 'Elegantissima'.
il crespino (Berberis vulgaris) è un arbusto alto fino a 3-4 metri, dalla chioma intricata ed irregolare, con rami spinosi e corteccia grigio-giallastra. I fiori sono leggermente profumati e riuniti in numero di 20-25 in grappoli ascellari penduli, cui seguono i frutti, bacche commestibili ed oblunghe di colore rosso vivo, dal sapore acidulo, con le quali si possono preparare sciroppi e marmellate.
Si tratta di una specie pioniera, di rapida crescita in terreni calcarei e soleggiati, dove entra anche a far parte di siepi miste e sottobosco in posizioni aperte. I fiori sono visitati da svariati insetti pronubi, mentre i frutti danno nutrimento ad uccelli e piccoli mammiferi.
Specie equivalenti sono Berberis thunbergii, presente anche con varietà a fogliame rosso ('Atropurpurea') assieme a Berberis darwinii e Berberis x stenophylla, due specie sempreverdi originarie dell'Asia da lasciar crescere indisturbate.
la fusaggine (Euonymus europaeus ), chiamata anche berretta da prete, è un arbusto alto fino a 4 metri, con chioma folta ed eretta e rami rossastri solcati da venature verdi. I fiori sono insignificanti e compaiono maggio: ad essi seguono capsule rosse quadrilobate molto decorative, che aprendosi mostrano i semi color rosso-arancio e giungono a maturazione in ottobre-novembre.
È un arbusto a rapida crescita negli stadi giovanili, le cui fronde mostrano proprietà insettifughe.
Come tutti gli evonimi è facilmente attaccato dalla cocciniglia. I frutti, velenosi per l'uomo, vengono apprezzati da alcuni uccelli (merlo, pettirosso, cincia) che espellendo i semi coi loro escrementi tendono a diffondere la specie.
La specie tipica può essere sostituita da alcune varietà come 'Fructu Albo' (capsule di colore bianco), 'Atropurpurea' (foglie rosse) e 'Red Cascade' (grandi capsule rossastre prodotte in abbondanza) oppure da altre specie simili come Euonymus alatus, dalla corteccia molto decorativa e fornita di alette suberose. Gli evonimi di origine giapponese, pur essendo molto belli e decorativi, sono sconsigliati perchè fortemente suscettibili sia all'oidio che alla cocciniglia.
la lantana (Viburnum lantana) è un arbusto alto fino a 3 metri, molto ramificato ed assai pollonifero, con giovani rami pubescenti. Le foglie hanno la lamina spessa e rugosa, con la pagina inferiore tomentosa. I fiori sono riuniti in corimbi apicali di colore bianco dall'odore intenso e dolciastro: ad essi seguono delle drupe ovali e lucide, di colore nero quando sono mature. Pianta molto frugale, si adatta molto bene a diversi suoli, anche a quelli sassosi e siccitosi, prestandosi perciò a colonizzare aree molto degradate come pendii franosi o cave dismesse: tuttavia è molto decorativa anche nei giardini cittadini e merita un più ampio utilizzo, in particolare negli interventi di riqualificazione ambientale.
Le infiorescenze vengono visitate da numerosi insetti pronubi, mentre i frutti sono molto ricercati da uccelli e dai piccoli mammiferi.
Specie di analoga valenza ecologica sono tutti gli altri tipi di viburno, in particolare specie autoctone come Viburnum opulus (palla di neve), pianta spogliante dalle vistose infiorescenze a palla e Viburnum tinus  (lentaggine), sempreverde dalla fioritura precoce e prolungata, oppure specie esotiche sempreverdi come Viburnum rhytidophyllum, Viburnum pragense e Viburnum lucidum.
il ligustro (Ligustrum vulgare) è un arbusto alto fino a 3 metri, molto ramificato fin dalla base, coi rami che tendono ad aprirsi ed a reclinarsi verso l'esterno. I fiori, bianchi e molto profumati, compaiono in pannocchie terminali in aprile-maggio. I frutti sono bacche sferiche e lucide, nere a maturità. Cresce molto rapidamente nei primi anni di sviluppo e predilige terreni calcarei e ben drenati, pur avendo grande adattabilità a tutti i tipi di suolo. Vive bene in dense piantagioni in quanto sopporta egregiamente l'ombra. I fiori, molto nettariferi, attraggono api ed altri insetti pronubi, mentre i frutti offrono nutrimento a molte specie di uccelli.
Questa specie può essere sostituita da altre specie di ligustro generalmente impiegate per la formazione di siepi formali ma che possono essere lasciate crescere indisturbate, come Ligustrum sinense, Ligustrum ovalifolium, Ligustrum lucidum e Ligustrum japonicum. Di queste specie esistono anche varietà a fogliame variegato come L. ovalifolium 'Aureomarginatum', a portamento più compatto rispetto alla specie tipica e L. ovalifolium 'Variegatum', con fogliame screziato di giallo chiaro e bianco-crema
il melo selvatico (Malus sylvestris ) è un piccolo albero od un grande arbusto alto fino a 5-6 metri con corteccia grigiastra e chioma globosa. I fiori hanno 5 petali bianco rosei e sono portati in numero di 3-7 in infiorescenze rade alla sommità di brevi rametti. Il frutto è un pomo simile a quello del melo domestico, ma più piccolo, duro ed aspro, che matura tra agosto ed ottobre. È pianta longeva e di crescita lenta, che ama i suoli calcarei ben drenati, pur adattandosi a tutti i tipi di suolo. I fiori, ricchi di nettare e di polline, sono visitati da parecchi insetti pronubi. I frutti sono appetiti da uccelli e piccoli mammiferi.
Analoga valenza ecologica ce l'hanno il melo domestico (Malus communis), tutti i cosiddetti 'meli da fiore' (Malus floribunda, Malus x hillieri, Malus sargentii) con le varietà e gli ibridi da loro derivati, il pero comune (Pyrus communis), il pero selvatico (Pyrus pyraster) il pero da fiore (Pyrus calleryana e le sue varietà), il cotogno (Cydonia oblonga).
il nocciolo (Corylus avellana) è un grande arbusto od un piccolo albero alto fino a 5-7 metri, caratterizzato da numerosi fusti partenti dalla base ed un chioma densa e folta. I fiori sono amenti penduli che compaiono già in inverno ed in primavera sono di colore giallo, mentre il frutto è la ben conosciuta nocciola, un achenio globoso avvolto da brattee tomentose e sfrangiate, a volte riunito in gruppi di 3-5 elementi, che giunge a maturazione in agosto-settembre.
Ha un rapido accrescimento negli stadi giovanili, per cui è specie impiegata nel consolidare terreni mobili e franosi: si adatta a qualsiasi tipo di terreno ed è una rapida colonizzatrice delle aree degradate, pur essendo tipica del sottobosco di latifoglie. La sua presenza consente la sopravvivenza di numerose specie di uccelli e piccoli roditori, che si nutrono dei suoi frutti.
Il nocciolo comune può essere sostituito a scopi ornamentali da alcune sue varietà come 'Aurea' dal fogliame color giallo chiaro, 'Contorta' dalla lenta crescita e dal portamento più ridotto, con rami contorti e spiralati, 'Heterophylla' con foglie più piccole e profondamente lobate, 'Pendula' dai rami arcuati e pendenti.
Specie simili sono Corylus colurna (nocciolo di Costantinopoli), pianta  a portamento arboreo e corteccia fortemente corrugata e Corylus maxima, più robusta e dalle foglie più grandi, di cui sono coltivate in particolare le varietà C. m. 'Purpurea', a foglie grandi di color rosso-porpora e C. m. 'Kentish Cob', a nocciole grandi, lucide, di buona commestibilità.

il prugnolo (Prunus spinosa) è un arbusto alto fino a 2-3 metri estremamente spinoso, ramoso ed intricato fin dalla base, pollonifero. I fiori bianchi compaiono in primavera prima delle foglie, i frutti sono piccole drupe sferiche di colore nerastro, pruinose, con polpa aspra di color verde giallastro, che persistono a lungo sulla pianta, anche fino all'inverno successivo. ha crescita lenta ed è molto longevo.
È pianta pioniera, che colonizza in breve tempo aree libere di terreno grazie alla sua spiccata capacità pollonifera, rendendosi quindi utile al consolidamento di aree franose e terreni mobili. Si adatta facilmente a tutti i tipi di suolo purchè privi di ristagno idrico. I suoi fiori richiamano una gran quantità di insetti pronubi, mentre i frutti offrono nutrimento ad uccelli e piccoli mammiferi. le dense fronde offrono riparo per la nidificazione a piccoli uccelli.
Specie di valenza ecologica simile sono le già citate Pyracantha coccinea e Chaenomeles speciosa.
la rosa selvatica (Rosa canina ) è un grosso arbusto alto fino a 2,5 metri, con fusti spinosi, arcuati e ricadenti. I fiori sono molto appariscenti, di colore bianco rosato, solitari o riuniti in gruppi di 3 in corimbi apicali, profumati e compaiono da maggio a luglio. Ad essi seguono dei falsi frutti (chiamati cinorrodi) di colore rosso vivo, ellittici od ovati, che contengono numerosi acheni pelosi. Presente in tutta Italia è specie indifferente al tipo si substrato, che gradisce posizioni luminose, per cui tende ad insediarsi in aree libere od al limitare delle zone boschive. I fiori sono visitati da numerosi insetti pronubi (api, bombi, farfalle) mentre i frutti sono mangiati da uccelli e piccoli mammiferi.
La rosa canina può essere sostituita con altre specie di rose botaniche e loro varietà, come ad esempio Rosa centifolia, dai fiori rosa, doppi e molto profumati, Rosa damascena, anch'essa dai fiori doppi e molto profumati, Rosa gallica, arbusto pollonifero e dai fiori solitari, Rosa moschata, a portamento piangente e fiori bianchi profumati di musco, Rosa rugosa, molto vigorosa e spinosa, con fiori semplici, profumatissimi, di colore rosa carico.
il rovo comune (Rubus ulmifolius ) è un arbusto alto fino a 2 metri, a portamento sarmentoso, intricato ed irregolare, con fusti arcuati e ricadenti, spinosi, che radicano sulla punta non appena questa tocca terra. I fiori bianco rosei sono portati in pannocchie apicali ed i falsi frutti, chiamati comunemente 'more di rovo', sono composti da numerose piccole drupe di color nero lucido.
È specie assai infestante ed invadente nei giardini, ma di grande interesse ecologico come specie pioniera, in grado di colonizzare terreni spogli o fortemente degradati, ostili alle altre piante, stabilizzando il terreno e proteggendolo dal dilavamento.
Si adatta a qualunque terreno, anche se povero d'acqua e predilige posizioni fortemente luminose.
La si ritrova allo stato spontaneo lungo le strade, nei ruderi di case abbandonate, nelle ferrovie, nei terreni incolti, lungo le strade di campagna. I fiori attraggono numerosi insetti mentre i frutti sono appetiti, oltre che dall'uomo, da uccelli e piccoli mammiferi. Nell'intrico delle sue fronde trovano rifugio numerosi animali.
Nei giardini il rovo comune può essere sostituito specie simili come Rubus fruticosus, meno invadente ma molto generoso, con numerose varietà selezionate per produzione di frutti, Rubus idaeus (lampone), dai frutti molto ricercati, anch'esso presente con numerose varietà, Rubus phoenicolasius, poco conosciuto ma con frutti scarlatti molto buoni.
Valenza ecologica simile possono avere anche altri piccoli frutti di bosco come Ribes rubrum (ribes rosso) e Ribes nigrum (ribes nero), coltivati per la produzione di frutti, Ribes sanguineum, con bacche globose di colore nero-bluastro e Ribes uva-crispa (uva spina), che produce ottimi frutti.

il sambuco nero (Sambucus nigra) è un piccolo albero, ma più spesso un grande arbusto alto fino a 7 metri, con tronchi che si dipartono dalla base a formare una chioma globosa e densa. I fiori, bianchi e profumati, sono riuniti in grandi corimbi a forma di ombrello che compaiono ad aprile-maggio. I frutti sono bacche rotondeggianti e lucide, di colore nero-violaceo a maturità, succosi e di sapore aspro.
È una specie di rapida crescita, rustica, che tende a colonizzare i terreni spogli e degradati. Si adatta a tutti i tipi di terreno e gradisce posizioni soleggiate. La fioritura ricca di polline attrae numerosi insetti, mentre i frutti sono mangiati da uccelli e piccoli mammiferi.
La specie tipo può essere sostituita da alcune sue varietà ornamentali, come 'Albovariegata', dalle foglie irregolarmente marginate di color crema, 'Aurea', con foglie color giallo oro, 'Fructu Luteo' con frutti di un insolito colore giallo, 'Heterophylla', dalle foglie irregolarmente laciniate, 'Purpurea', con le giovani foglie soffuse di rosso-porpora, 'Pyramidalis', a portamento assurgente.
Specie simile è Sambucus racemosa, di cui è molto decorativa la varietà 'Plumosa Aurea', di lenta crescita e foglie dorate irregolarmente laciniate.

lo spino cervino (Rhamnus catharticus ) è un arbusto o un alberello alto fino a 4-5 metri, con fusti molto ramificati e chioma disordinata. I rami sono spinescenti alla sommità. I fiori giallognoli sono riuniti in infiorescenze ombrelliformi, cui seguono drupe globose, tossiche per l'uomo, lucide e di colore blu-nerastro. Questa specie ha crescita è molto lenta e vegeta meglio in posizioni soleggiate e su suoli sciolti, calcarei e ricchi di scheletro. I fiori sono ricchi di nettare e vengono visitati da numerose specie di insetti pronubi. Sulle sue foglie trova nutrimento il bruco della cedronellla (Gonopterix rhamni), una bella farfalla di colore giallo vivo.
Specie simili sono Rhamnus frangula (frangola) e Rhamnus alaternus (alaterno).

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